Non si smette mai di imparare.
Durante quest’ultimo anno tre giovani capi hanno compreso l’importanza di prendere parte attiva all’Associazione e di aggiornarsi sul metodo. Così tra agosto e novembre di quest’anno hanno fatto lo zaino, indossato gli scarponi e sono partiti per imparare qualcosa di nuovo.
L’inizio di questa nuova avventura
La partenza è la tappa che conclude il percorso educativo scout maturando con consapevolezza tre scelte: scelta di fede, scelta di servizio e scelta politica. Ciascuno si prepara a questo momento cercando di vivere
ogni singola esperienza nel migliore dei modi , per poterne trarre insegnamenti e valori… ma dopo aver compiuto le tre scelte?
Questo è l’interrogativo che mi sono posta l’ottobre scorso: avevo ben chiaro ciò che volessi fare, ero molto entusiasta, pronta a lanciarmi in questa nuova avventura, ma in realtà non sapevo cosa aspettarmi.
Ho scelto di “ passare dall’altra parte del cerchio” e continuare il servizio associativo con l’ingresso in Comunità Capi.
E’ accaduto tutto in un paio di settimane e di conseguenza il mio entusiasmo continuava a crescere!
Pian piano, con la firma del Patto Associativo e con le prime riunioni di Branco, ho iniziato a comprendere il mio ruolo all’ interno dell’Associazione ed allo stesso tempo l’importanza della formazione che ciascun Capo deve avere per poter svolgere al meglio il servizio.
E’ stato così che ho deciso di partecipare al CFT (Campo di Formazione Tirocinanti) a Biella dal 2 al 4 Novembre.
In particolare si tratta di un’occasione di formazione per tutti i Capi che si trovano all’ inizio del loro percorso di servizio e che di conseguenza desiderano capire come funziona l’Associazione, gli impegni derivanti dal Patto Associativo ed il proprio ruolo.
Sono stati tre giorni intensi: alcune giornate principalmente nozionistiche, mentre altre ricche di momenti di riflessione personale e di condivisione con gli altri Capi.
Questo campo è stato decisivo per il mio percorso di formazione: ha fatto sorgere diversi interrogativi, ma ha anche fatto accendere la scintilla che oggi mi porta a vivere ogni occasione di servizio con i ragazzi con entusiasmo, serenità e gioia!
Le aspettative che avevo alla partenza sono state pienamente soddisfatte! Ora sono pronta a vivere questa nuova avventura con il sorriso, determinata a trasmettere ai ragazzi i valori scout, ma allo stesso tempo desiderosa di continuare ad imparare e crescere!
Eleonora C.
Rimettersi in gioco
Dall’1 al 6 novembre ho partecipato al CFM veneto che si è tenuto ad Istrana (TV).
Eravamo circa 30 capi provenienti da tutta Italia e 6 capi formatori che ci hanno spiegato tutto ciò che c’è da sapere sulla branca LC e si sono resi disponibili fin da subito per rispondere ad ogni nostra domanda.
Ogni giorno avevamo in programma delle sessioni a tema in cui i formatori ci spiegavano nel dettaglio tutto sull’argomento: abbiamo svolto sessioni sulla pedagogia del bambino, sulla giungla e sul bosco, sul racconto, sul rapporto capo-ragazzo, sull’organizzazione dell’unità e su molto altro.
Ogni argomento non veniva solo spiegato ma veniva vissuto da noi in prima persona, un po’ come facciamo con i nostri ragazzi, ai quali raccontiamo le storie di Mowgli e poi facciamo vivere l’esperienza da protagonista.
Questo campo di formazione mi è servito molto per poter avere più consapevolezza e attenzione in ciò che faccio con i ragazzi e per confrontarmi con capi che vivono in realtà molto diverse dalla nostra e che sfruttano degli strumenti in modi che noi non abbiamo mai pensato.
Eleonora F.
Con gli occhi dei ragazzi
Con entusiasmo voglio raccontarvi l’esperienza del CFM che ho vissuto questo agosto in Sardegna. Ho trascorso una settimana nella base scout di Abbasanta per comprendere tutto ciò che c’è da sapere sul metodo della branca E/G.
Eravamo una trentina di capi, la maggior parte sarda, dal continente eravamo in sei. Il viaggio è stato lungo e pesante ma grazie a questo sono riuscita a confrontarmi con una realtà lontana da nostro quotidiano. E’ stato bello ritrovare ciò che ci accomuna ma soprattutto scoprire ciò che ci differenzia questo ha permesso a tutti di imparare qualcosa di nuovo.
Al nostro arrivo alla base scout ci hanno diviso in squadriglie, ci hanno dato il materiale per costruire l’angolo e montare la tenda. Ci hanno fatto rivivere quello che facciamo sperimentare ai nostri ragazzi e che io avevo già vissuto quando ero una guida. La differenza questa volta è che avevo le capacità critiche di un capo per comprenderne l’importanza.
Le giornate di strutturavano molto semplicemente. Sia al mattino che al pomeriggio i formatori tenevano delle sessioni in cui spiegavano il metodo in ogni suo dettaglio. Abbiamo parlato molto del sentiero, delle imprese, di che cos’è un reparto e di tanti altri strumenti che caratterizzano la branca. Inoltre i capi erano sempre a nostra disposizione per chiarire qualsiasi dubbio.
Ovviamente non sono mancati momenti di gioco che hanno contribuito a creare un clima di condivisione e fraternità.
Dopo aver concluso questo campo posso dire di sentirmi una Capo molto più competente e sicura! Pronta a vivere l’Avventura assieme al reparto Guardiano dei Sogni.
Maria Stella
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